Breve storia dell’improvvisazione teatrale italiana. Parte II (1995-2006)
La seconda metà degli anni 90 si apre dunque con un movimento in espansione. Le sedi aumentano, ogni anno, aumentano gli allievi e il bacino di spettatori. I problemi nascono da un’organizzazione sempre più complessa e, anche se si capirà solo anni dopo, da una mancanza di evoluzione degli insegnamenti e degli spettacoli. Giustificata, in parte, dalla necessità primaria di allargare la base.
Necessità che trova una soddisfazione suprema nella stagione 1998-1999. L’evento è di quelli importanti: si va in tv. Quindi tutti pettinati bene.
Nel luglio 1998 a Bologna vengono registrati quattro Match, trasmessi poi a ottobre (quattro venerdì alle 23.30) all’interno di Serra Creativa programma di teatro e comicità della Rai. Nonostante la collocazione difficile il programma riscuote un buon successo e la Rai produce altre quattro puntate, registrate a dicembre e mandate in onda nel marzo 1999.
Il passaggio televisivo è una svolta a suo modo epocale, che dona visibilità immediata e a vasta scala. Gli spettacoli violano la regola non scritta che vuole l’improvvisazione non rappresentabile in tv, per problemi produttivi e autorali. I Match infatti sono ripresi in diretta, e tagliati soltanto in fase di postproduzione. Ancora oggi nuovi adepti al culto dell’improvvisazione ricordano quelle serate.
Sempre nel 1998 nasce a Bologna Belleville, prima associazione autonoma dalla LIIT e dalla LIF fiorentina. L’anno dopo è il turno di Teatribù, a Milano. Le sedi della LIIT diventano associazioni locali, anche se rimangono in rete tra loro. Le nuove istanze non vengono adeguatamente incorporate in un progetto nazionale, e si inaspriscono dissidi in seno al direttivo della LIIT, che portano alla frattura del 2001: Bruno Cortini, Daniela Morozzi e Fiamma Negri escono dal direttivo, mantenendo il nome LIIT, e Francesco Burroni, che rimane depositario unico dei diritti di rappresentazione del Match, fonda IMPRO’, associazione che unisce tutte le realtà italiane esistenti. Che continuano ad aumentare. Dal 2000 al 2006 le sedi di IMPRO’ si moltiplicano: Genova, Padova, Latina, per citare le città più importanti.
Si rinforza il rapporto con l’estero. Rapporto che già viveva ed era culminato con la vittoria della rappresentativa italiana al mondiale di match del 1998 a Lille, ma che diventa più strutturato. Ovviamente, essendo in Italia rappresentato principalmente uno spettacolo, rappresentato a sua volta quasi unicamente nel mondo francofono (con qualche esperienza in Sudamerica), il rapporto di cui sopra è vivo con Francia, Svizzera, Belgio. Ma verso la metà del primo decennio dei 2000 alcuni improvvisatori, singolarmente e non per forza inviati dalla propria associazione o da IMPRO’, cominciano a viaggiare e esplorare diverse culture improvvisative. Sostanzialmente avvengono i primi contatti con il mondo anglofono, americano, canadese e tedesco, che sfoceranno tra l’altro, nell’estate 2006, nella partecipazione di una squadra italiana ai mondiali di Theatersports in Germania.
Le cose stanno quindi cambiando, e velocemente. Il monopolio (anche concettuale) del Match sull’improvvisazione italiana è agli sgoccioli: ci si rende conto che l’improvvisazione è qualcosa di più di un solo, seppur solido e funzionante, spettacolo. Si avverte la necessità di aprirsi sia verso l’esterno che all’interno, tentando di dare sempre più dignità, oltre che visibilità, a un giocattolo che sta diventando sempre più avanzato.
E probabilmente troppo avanzato per restare imprigionato in un nome.
“…L’anno dopo è il turno di Teatribù, a Milano”… io c’ero:-))))))))
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