10 frasi da improvvisatori
Sono frasi che, casualmente (?), sentiamo molto spesso dire ai personaggi di scene di improvvisazione. Ma come è possibile? I personaggi e i dialoghi improvvisati non dovrebbero essere sempre originali e nuovi? Eh.
Il fatto è che a volte l’improvvisatore è insicuro. Cioè, sempre. E dice delle cose, tramite il personaggio, che vorrebbe dire lui. Per avere qualche punto di riferimento, per poter evitare la fatica di ascoltare e accettare sempre.
Non è che siano errori, che non esistono in improvvisazione. Diciamo che sono un po’ abusate. E finché se ne abusa in classe, a lezione, è un conto. Il problema sussiste quando le si sente e risente negli spettacoli! Non mi piacciono perché portano alla negazione di una delle più belle massime dell’improvvisazione: ”make your partner look good”, ovvero, più o meno ”fai risultare bravissimo il tuo compagno di scena”. Sono pericolose perché sputtanare un compagno, uscendo dal personaggio, fa ridere in modo facile il pubblico.
Ma non è un bello spettacolo d’improvvisazione. Non è un bello spettacolo, punto.
Eccole, in ordine sparso.
1. E’ INUTILE CHE
un modo ahimé classico di iniziare un’improvvisazione. A inizia un’azione, B entra in scena e dice: ”E inutile che (fai quello che stai facendo), io (comunque la penso così e non cambio idea)”. A rimane ad aspettare quindi la controproposta di B, che non arriva. Ammazza scene quasi come una battuta di Boldi.
2.FACCIAMO COSI’ (?)
vale con tutti i verbi. Le proposte d’azione in forma esortativa ci stanno anche, seppure sia meglio fare qualcosa piuttosto che dichiararla. Se la faccio l’altro mi segue o comunque accetta. Se invece lo dico in qualche modo lo obbligo a farlo, e non mi pongo il problema della fiducia. Subdolo eh? Peggio è quando le proposte d’azione sono in forma interrogativa: invece di fare qualcosa si chiede il permesso. Concedendo quindi la possibilità a chi risponde di rifiutare. E ci si ferma lì a discuterne per un buon cinque minuti.
3.SECONDO TE?
vedi sopra. Si fa una proposta e la si nega subito. O meglio, si cerca conferma nell’altro. Tipo: ”secondo te è sicuro questo viaggio?” Ho proposto di fare un viaggio, e quasi spero che l’altro non accetti. Così se ne può parlare un po’, tipo fino alla fine dell’improvvisazione. Così non lo facciamo il viaggio. Tra l’altro, con quello che costava…
4.TIENI/GUARDA
bellissimo. Spesso si porta una lettera senza leggerla. E la si fa leggere al destinatario. In genere accade che il destinatario la guarda per mezzora, magari dopo un po’ la gira come a far capire che la stava leggendo al contrario. Poi arriva qualcuno e fa, fuori campo, la voce di chi scrive. Vale anche per i regali. Solo che nessuno può fare la voce fuori campo del regalo. E vale anche per lo sguardo. Un grande classico è iniziare un’improvvisazione con A che guarda qualcosa, e B indica a sua volta. Entrambi cercano l’idea del secolo guardando il dito. Anziché la luna.
5.TE L’HO DETTO MILLE VOLTE
è una frase fastidiosa anche fuori dal palco. E allora perché riproporla in scena? Perché così possiamo dire al nostro compagno che cosa abbiamo scelto per il suo passato di personaggio, invece di scoprirlo insieme. Vedi anche: lo sai benissimo che
6. NON PIANGERE!
e in generale tutti gli imperativi negativi. Ancora una volta ti dico quello che NON devi fare. Spesso sono veramente sottigliezze. Ad esempio quando uno piange lo si dice spessissimo, come si farebbe nella realtà con un amico. E se invece provassimo una volta a far piangere un personaggio? Meglio non pensarci, sono cose che fanno paura.
7. QUANDO ARRIVANO?
declinato in mille modi. Ad esempio: ”ah, ma stanno per arrivare…” Oppure: ”mamma?” Si chiama un personaggio che non è in scena, un deus ex machina pieno di verve che salvi l’improvvisazione. Invece che proporre qualcosa. Il problema di questa frase è che spesso la richiesta d’aiuto non viene colta. Ed è un tripudio di palle di fieno che rotolano felici mentre fischiano i microfoni.
8. SEI IMPAZZITO?
un classico di ogni tempo. In teoria nell’improvvisazione non ci sono pazzie. Tutto è incorporabile, se si accetta e si crede nelle proposte. A volte però non riusciamo a seguire la proposta dell’altro, per incapacità d’accettare e mancanza d’ascolto. E nel nostro cuore incolpiamo l’altro per non essere chiaro. E pensiamo che è un pazzo incapace. E talvolta il personaggio lo dice.
9. ASPETTA!
si descrive da sola. Si traduce con: ”aspetta che non ho ancora finito di espletare la mia idea di storia! prima di dire qualsiasi cosa sappi che comunque io la negherò come da punti 1, 5, 8”.
10.E ADESSO?
molto bello. In genere molto mascherato sotto un personaggio o una voce ‘teatrale’, perché è veramente una richiesta spudorata. Si arriva al punto in cui l’improvvisazione non ci parla più, e non si sa più come farla andare avanti. Spesso perché fino a quel punto è stata guidata dal fenomeno di turno e dalle sue idee geniali e innovative, a livello mappatura del genoma. Generalmente è il fenomeno stesso a porre la domanda in questione.
Per caso vi siete riconosciuti in qualcuna? Si accettano aggiunte e smentite!!!
Porca vacca quanta strada ho ancora da fare e quanto poco tempo…visto che ormai ho una certa…..Li ho fatti e li faccio tutti questi errori e forse anche tanti che qui non sono elencati. Mea culpa…Mea culpa…
carla! quale culpa e culpa!!! eh eh eh! ci si casca tutti, a tutte le età, vere e improvvisative. il punto è accorgersene e provare a sorprendersi con le novità che l’improvvisazione propone!
Manca il “hai ripreso a farti di (droga a scelta)?” nelle sue varianti.
Questa è una delle strategie ammazza creatività che sento più spesso.
E’ che c’e’ la paura di andare in territori inesplorati, allora si taglia la proposta dell’altro per ottenere la risata facile dal pubblico
hai ragione! tra l’altro è una cosa che chiedono molto anche i non improvvisatori quando vedono un improvvisatore fuori dal suo ambiente naturale. a Milano, ma immagino non solo, il gran classico è: ”ma cosa ti fumi???”
Personalmente odio la ricerca del consenso a tutti i costi…anche se ahimè siamo tutti esseri umani…e quando la gente ride è bellissimo. Credo che ci si dovrebbe concentrare molto sulla leggerezza in scena che apparentemente può sembrare un controsenso anche se è proprio dove andiamo a porre l’attenzione ciò che pilota i nostri atti o non atti…in fondo è un gioco meraviglioso…improvvisare…e la vera soddisfazione non è il consenso…ma farlo ( improvvisare )…P.S. non so ancora farlo 🙂
“ma non lo sapevi che sono allergico?” (generalmente, a fronte di un regalo ricevuto in scena)
spesso senza neanche che si sia chiarito di che cosa si tratta! nel dubbio, sono allergico!
in variazione della 2 c’è anche “Ho un’idea” spesso accompagnata da ammiccamento a compagno e pubblico (ah quante voltè avrei voluto prendermi a calci nelle palle dopo averlo detto)
richiedo per un futuro post “10 frasi da improvvisatore dopo uno spettacolo” …
Le frasi del dopo spettacolo, interessante… devo documentarmi, se dovessi usare le mie verrei bannato dalla CEI, molto attiva su WordPress. E poi più che frasi si tratta di encicliche. Il che magari alla CEI piacerebbe…
ma che dire di “sei sicuro che…”? [sai che bello se una volta qualcuno risponde “no, hai ragione, non sono sicuro” (BUIO)]
effettivamente ”sei sicuro che…?” dovrebbe entrare di diritto nei 10. me la sono proprio dimenticata. ci ho pensato, ma non mi veniva in mente. è un classicissimo, tra l’altro. mannaggia. grazie sapore!
e va be’, caro improvagante, allora ti lancio lo strale finale: “MA NO, NON SI FA COSI’, TI FACCIO VEDERE IO”
aggiungerei anche un bel “allora? Come è andata?” simile ad “adesso” ma è un’altra parola
e “sai perchè ti ho portato qui?” ?
Tra l’altro, Avete notato come molte siano delle domande?
…certo che se avessi letto il post ieri mattina… mannaggia..