Canada: la terra dell’improvvisazione?

Nel piccolo mondo dell’improvvisazione, e soprattutto quella europea, si guarda al Nordamerica come la terra madre (cosa che effettivamente è), tributandogli il dovuto rispetto/deferenza/complesso d’inferiorità.

Chi si avvicina all’improvvisazione avendo in mente gli spettacoli ‘sportivi’ (come Theatersports e Match), ovvero un buon 90% della popolazione improvvisativa mondiale, guarda necessariamente al Canada. Poiché lì sono nati gli spettacoli in questione: rispettivamente a Calgary e Montreal, alla fine degli anni 70. E si chiede: ma cosa avranno ‘sti canadesi?

Sono stato recentemente a Vancouver, per partecipare al Vancouver International Improv Festival (VIIF2012), e ho avuto occasione di intervistare Alistair Cook, direttore artistico del festival e dell’Instant Theatre, uno dei principali divulgatori d’improvvisazione dell’intera Nazione, per anni organizzatore dei Canadian Improv Games, avendo confermate o smentite alcune leggende metropolitane sulla terra della foglia d’acero e la sua scena improvvisativa.

IN CANADA SI IMPROVVISA DAPPERTUTTO. VERO

Il Canada è grande. Però ha una popolazione che è poco più della metà di quella italiana. Concentrata in aree metropolitane. Due o tre. Le principali sedi di improvvisazione sono l’area di Toronto, quella di Montreal e di Vancouver. Con gruppi importanti anche a Calgary, Edmonton, Winnipeg.

A Toronto c’è una filiale del Second City, la scuola e compagnia di improvvisazione più famosa del mondo (mirata soprattutto a creare cabarettisti, attori comici e scrittori/sceneggiatori, e da cui provengono grandi celebrità di Hollywood come Dan Aykroyd, John Candy e Mike Myers, nella foto), più una miriade di altre compagnie. Cito solo i NTOW e il Bad Dog Theatre, gruppi stabili e di grande afflato. Sì, afflato.
A Montreal si gioca principalmente il Match d’Improvvisazione Teatrale, che vede nella LNI e nella LIM i suoi esponenti maggiori
A Vancouver c’è l’Instant Theatre e la VTSL, e i Sunday Service, migliore compagnia di improvvisazione canadese del 2012.
A Calgary è nato il Theatersports, e i LooseMoose continuano nello sviluppo e diffusione delle idee di Keith Johnstone
A Edmonton il gruppo principale è il RapidFire, organizzatore del festival Improvaganza
Da Winnipeg vengono i Crumbs (nella foto sotto, Lee White e Steve Sim) il duo d’improvvisazione nordamericano forse più famoso in Europa, che gode di grandissimo seguito anche in patria.

Fondamentale in Canada è il contributo dei Festival. Sono tanti, tutto l’anno, e sono l’occasione per creare rete. Nonostante la vastità del Paese, infatti, le compagnie di improvvisazione si incontrano molto spesso e hanno la possibilità di rinforzare la loro visibilità. Ogni città ha almeno un Festival, con Toronto ancora una volta a farla da padrone, con quattro eventi annuali.

In Canada dopo l’hockey c’è l’improvvisazione.

IN CANADA IMPROVVISANO NELLE SCUOLE. VERO

Sin dalle scuole superiori, o addirittura dalle medie, i teenager canadesi hanno la possibilità di seguire un corso di improvvisazione extracurricolare. Nella loro scuola. Sì. Noi possiamo scegliere se fare o non fare l’ora di religione. Loro di improvvisazione. Fa male anche mentre lo scrivo.
Ovviamente non è tutto oro.
Tutto il sistema dell’improvvisazione nelle scuole (non finanziato dal governo, spesso neanche dalle scuole stesse) è concepito come una grande lega sportiva. Le scuole formano dei team, come le squadre di basket di High School Musical o quelle di musical di Glee, o di High School Musical, e partecipano ai Canadian Improv Games, la lega che riunisce tutte le realtà del territorio (stiamo parlando del secondo Paese più esteso al mondo), con finali nella capitale Ottawa. E fin qui tutto ancora bello. Il punto è che, per stessa amissione di Cook, gli improvvisatori crescono con una mentalità eccessivamente competitiva, in un ambiente ricco di giudizio esterno. Come High School Musical.
Inoltre iniziare così presto porta ad avere improvvisatori già esperti di 22-23 anni, che sanno tutto dell’improvvisazione e poco del resto. Con il rischio di autoreferenzialità e poca propensione alla crescita, soprattutto personale. E a 30 anni smetti.

IN CANADA D’IMPROVVISAZIONE SI VIVE. FALSO

Sono pochi (rapportati anche alla popolazione improvvisativa, molto ampia) coloro i quali vivono di improvvisazione. Tra corsi e spettacoli. In genere si smette di improvvisare a trent’anni quando il vero lavoro (spesso comunque in ambito creativo o artistico) prende piede maggiormente, e l’improvvisazione rimane una superba voce di curriculum. Se vedi un improvvisatore con più di 35 anni, vuol dire che probabilmente riesce a campare di quello. Ma non ne vedi tanti. In genere uno spettacolo di improvvisazione è presentato  da compagnie medio piccole  (spesso due persone) e di età media bassa, che girano il Canada e i festival con i loro show, creano moltitudini di progetti che spesso durano pochi anni, e cercano nel frattempo di sfondare in altri ambiti.

IN CANADA L’IMPROVVISAZIONE E’ RICONOSCIUTA E OSANNATA. VERO E FALSO

L’improvvisazione è molto conosciuta. Improv è una parola che definisce un chiaro evento spettacolare. E definisce in modo chiaro anche la categoria a cui appartiene questo evento: la comicità. La parola comedy in Nordamerica ha un valore, ma è allo stesso tempo abbastanza inflessibile: bisogna far ridere. In un modo diverso dal tradizionale cabaret, o la stand-up, anch’essi ascritti alla grande categoria di cui sopra, ma sempre ridere. Con un linguaggio unico. Ma sempre ridere.
La comedy è come detto rispettata, addirittura ogni anno a Toronto si tengono i Canadian Comedy Awards (nella foto i vincitori 2012 nella sezione Improv Troupe, i Sunday Service di Vancouver), gli Oscar della comicità, che premiano anche improvvisatori (!). Però limita.


Il mondo teatrale ritiene l’improvvisazione un elemento molto esterno. Per citare Cook: ”l’improvvisazione è come quello che alle feste si ubriaca sempre: ne parlano tutti ma nessuno vuole parlare con lui”.
Gli spettacoli non hanno sempre un grande seguito, spesso anche per la grande proposta, che risulta dispersiva, e per la qualità che necessariamente si abbassa. Insomma gli improvvisatori canadesi hanno gli stessi problemi che abbiamo qui. La domanda classica italiana: ”ah, ma quindi come Ale e Franz?”, lì è sostituita da: ”ah, ma quindi come Whose Line?”.
Anche in Canada l’obiettivo/strumento necessario per avere credibilità è passare dalla tv.

IN CANADA L’IMPROVVISAZIONE E’ DI ALTISSIMO LIVELLO. VERO E FALSO

Ovviamente un improvvisatore che a 30 anni ha più di 15 anni di esperienza ha una tecnica sopraffina. Le dinamiche di ascolto e di racconto sono eccelse anche nei più inesperti. E’ difficilissimo che uno spettacolo di improvvisazione canadese venga ‘male’ da un punto di vista tecnico. La capacità di reincorporazione dell’errore e di accettare qualsiasi elemento è sorprendente.
Però la capacità scenica è bassa. Come detto, nella maggior parte dei casi non interessa fare uno spettacolo teatrale, ma uno spettacolo di comedy, dove basta stare fermi e sparare raffiche di battute o personaggi molto originali. C’è poca consapevolezza dello spazio in cui si è, che è comunque un palcoscenico.
Anche perché l’aspirazione maggiore di molti improvvisatori canadesi, e una direzione in cui, secondo Alistair Cook, l’improvvisazione canadese in generale si sta muovendo, è il video. Sketch, webserie, cose così. Quindi chi se ne importa di avere una reazione fisica? Tanto poi ci pensa il montaggio!
Il linguaggio scenico è molto cinematografico, pullula di narrazione, interna e esterna, tagli e ritmi serrati e tante mossette con le mani. Espressioni facciali molto ben delineate, personaggi variopinti soprattutto per quanto riguarda la voce. Poca fisicità.
Esistono ovviamente le eccezioni, che cercano di elevare la qualità degli spettacoli e la longevità nella memoria degli spettatori. Un esempio sono i Crumbs, che probabilmente risentono del costante scambio con l’Europa.

Insomma, il Canada gioca ancora con gli Stati Uniti la parte del leone nel mondo dell’improvvisazione. Se gli States sono sicuramente più innovatori e tentano di lavorare in profondità, i canadesi vivono un entusiasmo e un gusto per il gioco unici al mondo e che, nonostante le tante contraddizioni, riescono ad appassionare chi si trovi in contatto con loro. La giovane età sicuramente aiuta, un atteggiamento generalmente molto easygoing, senza particolari preoccupazioni o stress (tante grazie, aggiungerei, con 3 abitanti al km quadrato e la benzina a 1,1 euro) crea la leggerezza, che spesso manca in Europa, per affrontare gli spettacoli. Allo stesso tempo, e in apparente contraddizione, è molto sentita, anche tra gli stessi canadesi, la necessità di migliorare il prodotto, di rendere uno spettacolo di improvvisazione qualcosa che rimane nella mente degli spettatori, che li porti a tornare in teatro e li lasci con qualcosa da ricordare per più del tempo di una birra.

Niente di così diverso da noi, no?

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