Perché le donne (non) improvvisano peggio degli uomini

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Ginger Rogers faceva tutto quello che faceva Fred Astaire, ma all’indietro e sui tacchi

(Bob Thaves)

Le donne non sanno improvvisare.

O comunque improvvisano meno bene degli uomini.

Quante volte si è sentito un commento del genere? Quante volte noi uomini l’abbiamo anche solo pensato? E quante volte l’hanno pensato invece le dirette interessate?

In effetti si sentono diverse motivazioni a spiegare questa presunta verità. Ne colleziono alcune.

Le donne non fanno ridere. Si è visto, anche in questo blog, che l’improvvisazione spesso viene associata alla risata, e le donne farebbero meno ridere degli uomini. Il che ovviamente non è vero, ma soprattutto non è importante.
Tuttavia è rarissimo che una donna inizi a improvvisare convinta di poter/saper far ridere. Purtroppo invece moltissimi maschi iniziano con questa convinzione. In gergo da insegnante li si chiama ‘fenomeni’ e sono pericolosissimi. Per tutto.

Le donne si lasciano meno andare. Insomma, i blocchi che una donna porta sul palco sono maggiori di quelli di un uomo. E’ più difficile che una donna abbia la padronanza del corpo, perché ha più tabù. In genere una donna si preoccupa maggiormente del giudizio degli uomini, delle altre donne, del pubblico, di se stessa. E quindi non si lascia andare al gioco dell’improvvisazione. Ma questo discorso vale anche per gli uomini, soprattutto se ingegneri!

Gli spettacoli sono troppo al maschile/gli improvvisatori sono troppo duri/l’improvvisazione è tarata sugli uomini. Di conseguenza le donne cercano di far vedere agli uomini che sono brave. E spesso fanno personaggi molto negativi, che rifiutano lo status basso in un rapporto con un uomo, che cercano di guidare la scena, spesso bloccando proposte (non solo maschili) e risultando quindi meno efficaci.

-In scena le donne sono relegate, dagli uomini e da loro stesse, a due/tre ruoli (madre-moglie-puttana), per cui è difficile dimostrare di essere eclettiche, elemento indispensabile dei personaggi improvvisati. E’ vero che questo accade, ma non è per forza un male. Anzi, può essere un punto di partenza: approfondire quei tre ruoli (che sono, certo, riferiti all’uomo) è una cosa rara, ma può far scoprire elementi utilizzabili anche per altri personaggi e ruoli.

Insomma, tutte le motivazioni che si adducono a spiegazione dell’incapacità generalizzata di improvvisare da parte delle donne sono vere. E si verificano spesso, anche. Ma si verificano anche con gli uomini!

Quindi non è vero che le donne improvvisano peggio. Ce ne sono di meno. Ed è perciò più difficile vederne di brave.

E anche qui si può discutere: quando una donna è una brava improvvisatrice?
Ho sentito spessissimo definire brava un improvvisatrice perché: ”riusciva a tenere testa agli uomini!” Brrr!
La donna che sa improvvisare è quella che sa adattarsi a ogni situazione. Ci vuole ascolto, disponibilità, lettura delle situazioni e della scena, ma allo stesso tempo capacità di gestire personaggi diversi, richiesti di volta in volta dall’improvvisazione, status diversi e ruoli all’interno della storia. Notato qualcosa? Esatto, sono caratteristiche che esulano dal genere, e valgono per qualsiasi persona che improvvisi.

Si può superare questo preconcetto, ma lo sforzo deve avvenire da parte di tutti.
Uomini, si pensi meno ai clichée e agli stereotipi, non fuggiamo le scene di seduzione o di relazione con l’altro sesso, banalizzandole e ridendoci sopra, evitiamo di interpretare ruoli femminili, non fanno ridere dal 56, non aggiungono niente alle improvvisazioni né al nostro curriculum.
Donne, non c’è nessun maschilismo nell’improvvisazione, almeno non maggiore di quanto non ce ne sia in qualsiasi ambito sociale, non c’è giudizio, il palco di improvvisazione è un luogo sicuro.
Se si ha voglia di mettersi in gioco, con fiducia nelle proprie scelte, nei compagni e nell’improvvisazione, l’improvvisazione non fa distinzioni.

6 Comments on “Perché le donne (non) improvvisano peggio degli uomini”

  1. Sai, Davide, secondo me l’unica imperfezione nel tuo articolo riguarda il “non c’e’ maschilismo nell’improvvisazione” perchè in Italia il maschilismo è culturalmente presente ed accettato.
    Di mio ho sempre seguito il dogma “Fai in modo che chi è sul palco con te risulti il miglior improvvisatore della serata” ed uno dei complimenti che mi ricorderò sempre fu un’improvvisatrice esperta che mi disse “stare con te sul palco è magnifico, grazie”.
    Purtroppo i format che dovrebbero essere fintamente competitivi spesso sfociano nella competizione, e quando è ora di combattere i maschietti tirano fuori il testosterone. Ed una delle conseguenze è giocare sporco (o giocare banale, vista la cultura italica) sulle ragazze.
    Anzi, mi stupisco che alcune riescano ad emergere (ed anche alla grande), con grandi risultati! Ma, per i numeri, mi sembrano mosche bianche…
    Una cosa (a posteriori) divertente che successe dalle mie parti fu che per un periodo si diceva “il match è uomo, la long form è donna”. Devo commentare o ci siamo già capiti?

    Sta di fatto che, secondo me, se nel corso della formazione (soprattutto del gruppo) si instaurano queste dinamiche, esse rimarranno per sempre. Se riusciamo a rompere queste dinamiche (che normalmente non esistono nelle compagnie chiuse, dalla mia esperienza) possiamo togliere molte “grane”, e magari avere più Pippa Evans. O più Tania Mattei 🙂

  2. Come gran parte di tutto ciò che esiste, anche l’improvvisazione è un sistema maschiocentrico. E questo non è necessariamente un male: il problema è che spesso ciò accade per responsabilità delle donne improvvisatrici.
    Insomma, quel che si dice su di noi è tutto vero!
    Noi donne diamo troppo spesso colpa all’improvvisatore troppo rude, troppo poco sensibile, poco capace di mettersi in gioco, che non ci capisce, non ci valorizza, non abbassa mai la tavoletta del water.
    Ma diciamocelo pure, noi donne siamo meno divertenti degli uomini.
    E abbiamo una gamma meno ampia di ruoli, anche.
    Ma questo accade solo perchè siamo innanzitutto noi a crederlo.
    Insomma, siamo noi le prime a pensare come un maschio, sul palco.

  3. Che dire Davide, io è da quando sono fuori dai “giochi associativi” che non faccio più la parte della puttana, della moglie rompicoglioni e della mamma ricoglionita (nel tuo commento mancavano gli aggettivi che, per chiarire meglio i ruoli di un’improvvisatrice, sono fondamentali!).
    Concordo che non è il saper tenere testa ad un uomo che fa di te una buona improvvisatrice, anzi lo trovo un modo di improvvisare piuttosto fastidioso, donne che spesso si accaniscono nello stappare la risata e alla fine anche loro “giocano sporco”, come più spesso fanno gli uomini.
    Concordo pienamente nel concorso di colpa femminile, nella minor autostima e tutte le altre menate ma per quel che mi riguarda, nel mondo dell’improvvisazione italiana, più che maschilismo, ho trovato poca stima verso le donne. Questo è l’aspetto più spiacevole. In altri contesti, e tu sai di cosa parlo, nessuno mi ha mai mancato di rispetto, piuttosto si da sempre la giusta importanza al contributo femminile. Purtroppo non posso dire lo stesso dell’Italia, con tutte le eccezioni del caso, ovviamente!
    Dopo aver fatto i mondiali in Germania nel 2006 ho avuto la certezza che l’improvvisazione è lo specchio di ogni cultura e per cercare di capire meglio il perché delle cose è sufficiente guardare la nostra società!
    In Italia la donna è ancora un passo indietro, e così accade nell’improvvisazione.
    Detto questo, io porto avanti la mia battaglia femminista da insegnante, perché è da li che si dovrebbe partire. Ai tempi… Nessuno mi disse che “potevo” interpretare altri ruoli oltre la puttana etc.. e nessuno ha mai detto agli uomini quali è quante occasioni di perdono nell’improvvisare con e insieme alle donne!
    La brava improvvisatrice fa paura all’improvvisatore esperto. Forse perché non ne vede una reale rivale o forse è solo un retaggio culturale.
    A questo punto sarebbe interessante aprire un dibattito sugli uomini che interpretano le donne… Quelle tristesse!

  4. Ciao Davide e complimenti per il blog, discutevamo proprio ieri con un amica improvisatrice dell’ argomento e il tuo articolo ci è stato di aiuto per allargarlo ed approfondirlo. La chiaccherata si e’ accentrata sull’ onestà delle donne all’ interno dello spettacolo di improvvisazione, mi diceva che prima di entrare in scena le viene automatico fare delle considerazioni sull’ equilibrio che la sua entrata avra’ all’ interno dello spettacolo e si fa domande come ” Quante volte sono entrata ? “, ” Metterò in ombra le altre con il mio intervento? “, ” Se entro io e faccio la moglie poi l’altra cosa fara’?” etc.. Non avevo mai pensato a queste meccaniche e il parlarne e il discuterne mi ha aiutato a capire. Bisogna lavorare molto sull’ aiuto tra attori e non sulla competizione e il parlare delle cose è senz’ altro il miglior modo per aiutarci a vicenda. Io cerchero’ di farlo in maniera sempre maggiore e di lavorare su questo aspetto che noi maschietti molte volte non consideriamo. Un saluto e a presto.

  5. Pingback: Le signore dell’Impro | l'improvviso

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