I buoni propositi

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L’estate sta finendo e un anno se ne va… (Righeira – L’estate sta finendo)

Ancora due giorni d’estate, un’estate di latitanza dell’Improvviso, un’estate in cui sono andato a vedere come si improvvisa in Giappone. Risposta: bene!

Ripartono le stagioni di improvvisazioni teatrale delle singole sedi o, come mi piacerebbe, la stagione di improvvisazione teatrale italiana.

Sarà ricca di appuntamenti (presto metterò date), spero ricca di novità e di crescita per chiunque si avvicini alla nostra arte preferita.

Come ogni settembre, mi sono appuntato qualche proposito da perseguire nel corso della stagione 2013-2014, per me la 12ma nel mondo impro.

1. VEDERE SPETTACOLI D’IMPROVVISAZIONE. Ci mancherebbe. Vedere spettacoli è un ottimo modo per crescere, per capire dove va l’improvvisazione in Italia. Magari non solo nella propria città, quindi, ma un po’ ovunque. Del resto, siamo pieni di realtà interessanti, e ci sono spettacoli ogni sera.

2. ANDARE A TEATRO. Cioè, vedere spettacoli non d’improvvisazione. Perché se vogliamo ambire, come movimento, a una maggiore dignità, è importante capire cosa rende ‘degno’ uno spettacolo. E poi fa bene, sempre.

3. FARE UN WORKSHOP NON D’IMPROVVISAZIONE. Scrittura, danza, canto, voce, acrobatica, yoga, cucina cinese… Ormai ci sono più insegnanti che allievi, riscoprirsi allievi è un allenamento fondamentale per la disponibilità a improvvisare. E poi per essere bravi improvvisatori è sempre più importante avere una visione ampia sul teatro e sulle arti che l’improvvisazione sfiora.

4. ANDARE ALL’ESTERO A VEDERE UN FESTIVAL. O anche solo uno spettacolo. Per capire che cosa succede nel mondo, per capire che facciamo parte di un movimento internazionale, attivo, vivo, stimolante. Un po’ di suggerimenti sono qui!

5. LAVORARE A UN PROGETTO DI SPETTACOLO. Per diversi motivi: perché la proposta di spettacoli di improvvisazione è ancora bassa, perché lavorare autonomamente, insieme a persone con cui ci si trova bene, fa aumentare la fiducia in sé, nei compagni, nell’improvvisazione. In sostanza, perché si improvvisa meglio.

6. PRENDERSI UNA PAUSA. Come tutte le cose belle che si farebbero sempre, è bene non farle sempre. Il rischio assuefazione è dietro l’angolo, il rischio di non trovare più un senso o divertirsi un po’ meno. Un mese senza spettacoli, un weekend al mare, insomma, fate voi…

7. LEGGERE UN LIBRO DI IMPRO. Il quinto in italiano è stato pubblicato di recente. Poi c’è tanta possibilità di leggere libri in inglese, un po’ meno in francese, ancora meno in spagnolo. Ma intanto partiamo dall’italiano. Vero, la teoria da sola non basta, ma senza la teoria non sappiamo di cosa stiamo parlando.

8. PARTECIPARE A UNA LEZIONE DEL PRIMO ANNO. Se non si è del primo anno, ovvio. Perché ricarica le batterie vedere l’improvvisazione con gli occhi di chi ci si avvicina per la prima volta. Tra l’altro al primo anno si è in genere molto più spontanei di quando cominciamo a caricarci di sovrastrutture.

9. GIOCARE. Sempre. Per tenersi allenati. Perché è bello. Anche quando non dura poco.

10. RICORDARSI SEMPRE PERCHE’ IMPROVVISIAMO. Di tanto in tanto serve fermarsi a pensare che cosa ci piace dell’improvvisazione, perché continuiamo a farla. Non è banale, soprattutto dopo tanti anni, trovare le motivazioni, vecchie o nuove, che ci spingono ad amare questo gioco meraviglioso.

Buona stagione a tutti!

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